Castello di Bournel

Castello di Bournel è di proprietà dei Marchesi di Moustier, un'antica famiglia della Franca Contea che ha le sue origini in un piccolo villaggio del Doubs, Mouthier-Hautepierre, che domina la valle della Loue a 60 Km. I membri di questa illustre famiglia, il cui motto "Moustier sera maugré le Sarrazin" rievoca la sua esistenza dai tempi delle Crociate, furono nel corso dei secoli guerrieri, soldati fino al XVIII secolo, diplomatici fino al 1868, politici a livello regionale e nazionale fino al 1958, e partecipano ancora attivamente alla vita economica della nostra regione .

È in 1496 che l'attuale Domaine de Bournel entrò nella famiglia attraverso il ricco matrimonio di Jean de Moustier con la signorina Marguerite de Granvillars. La famiglia si stabilì poi nel castello fortificato a sud della tenuta, nel piccolo villaggio di Nans. Fu lì che nacque Philippe-Xavier, primo marchese (lettere patenti del 1741), colonnello del reggimento Grand-Dauphin e che sposò nel 1732 Mademoiselle Louise de Bournel, ultima discendente della sua famiglia che dà il nome all'attuale proprietà. Intorno al 1735, si decise di costruire un nuovo castello su Cubry, ma dopo la costruzione di un insieme di importanti edifici, oggi chiamati "Castello Vecchio", il progetto per il castello vero e proprio fu abbandonato.

La Rivoluzione francese, l'Impero e la Restaurazione si susseguono, pronipote di Philippe-Xavier, Léonel de Moustier, quinto marchese, diplomatico di alto livello (ambasciatore a Berlino, Vienna, Costantinopoli e ministro degli Affari esteri di Napoleone III) decise intorno al 1860 di costruire un moderno castello neogotico, su progetto dell'architetto Clément Parent, allievo di Viollet le Duc.

Morì giovane nel 1869, fu suo figlio Pierre-René a completare la decorazione degli interni, costruì la cappella ispirata a quella di Ambroise, progettò i giardini francesi all'interno delle terrazze e piantò il parco all'inglese con un'ampia varietà di alberi. È lui anche a trasformare e ampliare il "Castello Vecchio" (1890/1910) per dargli l'aspetto attuale.